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Ogni tanto, specialmente se non si gareggia da tanto tempo, effettuare un allenamento di gruppo, insieme ad altri trenta atleti, è molto utile per riuscire a sprigionare quel fantastico stato adrenergico che solo la gara sa dare. Dopo il dubbio di ieri, la scelta tattica per il 10000 di questa sera cade sul medio-veloce da correre tra i 4′ e i 4’10″/km. La partenza è tranquillissima e dopo qualche decina di metri mi accordo con l’amico Pierpaolo che pare debba mantenere anche lui lo stesso ritmo. Tutto sembra filare liscio, il passaggio al primo parziale, dopo cinque giri (2000 metri) è 8’10”. Mi rendo conto che il fiatone del mio compagno di allenamento diventa sempre più difficoltoso, così anche il passo che inizia ad essere più rumoroso. Decidiamo di comune accordo di proseguire ognuno con il suo ritmo. Così accelero appena e mi avvicino ad un ritmo che mi consente di forzare un pò di più. Secondo parziale al quarto chilometro 7’59”. La conferma di un ritmo medio che mi consente di raggiungere diversi atleti che sono partiti azzardando un passo troppo veloce. Mi sento benone e corro con il giusto relax, infatti anche il terzo parziale rimane più vicino ai 4′ che ai 4’10″/km. Così anche il quarto. Mancano gli ultimi cinque giri, sono solo due chilometri che affronto in leggerissima progressione chiudendo in 7’40”. Perfetto, pensavo d’avere una condizione peggiore e l’aver corso un medio-veloce in totale controllo, mi regala un po’ di fiducia per proseguire alla grande.
Chiudo la seduta accompagnando i due chilometri finali dell’amico Alfonso, da tanto tempo lontano dalle scarpe da running ed in via di ripresa.
Allunghi da 100 metri in 20″ – 18″ – 19″ – 19″ – 18″ (LA VEDO DURA) con recupero di 1’30 camminando. Gli allunghi li eseguo veloci appositamente, cercando di correre più svelto del lavoro che dovrò effettuare.
Via per altri quattro giri con immediato cambio di passo. Riuscire a recuperare anche un solo secondo perso, sono certo che non sarà facilmente possibile. Cerco di forzare l’andatura per rimanere nel giusto tempo ogni 100 metri (23″). Inizialmente non mi accorgo di grosse difficoltà anche se ai 400 metri inizio a forzare la respirazione che arriva giù dalla zona addominale. Riesco a rispettare i passaggi del secondo e del terzo giro. La parte più complicata è nelle piccole variazioni di ritmo dovute al vento che disturba per oltre mezzo giro. E’ più divertente, sembra quasi un influenza tattica esterna che crea una piccola distrazione. Concludo il 1600 in 6’06”, Battito massimo 160. Il 400 di recupero qualche secondo più lento del precedente e a fine giro 138 bpm.
Quindici minuti tonificanti di stretching, su una delle siepi a bordo campo, e per oggi l’ostacolo è superato.
06/06 – corsa 7km (5 su terra battuta +2 sull’erba)
– stretching10′